domenica 9 giugno 2013

AL DI LA' DI TE - A. Brozi

Miriam è una ragazzina, ma dentro è già donna. Miriam è ancora viva, ma nel suo corpo che respira, mangia e dorme non c'è altro che sopravvivenza. Miriam ha perso sua madre e non le rimane che un padre violento, con il quale condividere il suo spinoso dolore quotidiano. E invidia Annabella, la sua splendida compagna di scuola, perché ha tutto: i soldi, una famiglia che la ama, un ragazzo trentenne con il quale correre in moto... o almeno questo è ciò che crede. In realtà, anche Miriam è invidiata da qualcuno, e questo qualcuno è proprio Annabella, che dalla vita ha avuto tutto ma non ha saputo conservare niente, che soffre in silenzio rifiutandosi di mangiare, ammalandosi di bulimia e tricotillomania senza neppure rendersene conto, e che ha compreso a sue spese che i soldi non possono comprare l'amore di chi la circonda, di chi c'è senza esserci mai per davvero.

Miriam e Annabella, due vite apparentemente opposte ma in realtà unite da un denominatore comune: la fragilità. La fragilità di una vita segnata da piccoli e grandi problemi che in talune occasioni appaiono insormontabili. 
Miriam ha perso la madre ma contemporaneamente il padre che, incapace di superare l'immenso dolore, lo sfoga sulla figlia nel modo peggiore, con percosse e violenze.
Annabella in apparenza una famiglia la possiede ma in pratica è sola come Miriam. Un padre, quasi completamente assente per le sue continue scappatelle sentimentali, e una madre incapace di reagire alla situazione e tanto meno di spiegarla alla figlia, incredula e sofferente davanti a tale situazione.
Due ragazze diverse: Miriam la secchiona che "affoga" le sue sofferenze nei libri e nello studio; Annabella che sfoga la sua rabbia contro il suo corpo.
I temi affrontati da Argeta Brozi sono impegnativi ma sviluppati con grande maestria. 
L'apparenza, che già in età adolescenziale ha un peso insopportabile, qui s'inasprisce e dà adito a pregiudizi spesso crudeli. Annabella è bella, ricca, magra e circondata da ragazzi quindi deve per forza essere felice. La sua vita non può avere problemi. Questo è quello che pensa Miriam ma questo è quello che pensano anche le sue coetanee....ma dietro a questa apparenza perfetta c'è una vita decisamente imperfetta di cui nessuno s'interessa.
I disturbi alimentari di cui soffre Annabella che diventano per lei una motivazione del mancato affetto del padre, della madre e del fidanzato. Non la amano perché non è perfetta, il fidanzato o meglio l'amante trentenne, non la cerca perché non è abbastanza magra. Giornate passate a convincersi che non ha bisogno di cibo e ad obbligarsi a fare esercizi fisici estenuanti... tutto questo ha un unico scopo: essere amata.
La ricerca della morte come unica soluzione all'inferno che vivono che in Miriam assume concretezza diretta con il tentato suicidio mentre in Annabella sfuma nell'anoressia e nella bulimia, metodo più lento ma con lo stesso brutale obiettivo.
Il sesso violento subìto da Miriam da parte di un padre che si è perso nei meandri del dolore ma anche subìto da Annabella da parte degli amici del fidanzato che la usano come giocattolo per i loro divertimenti. Entrambe diventano succubi della loro fragilità e permettono al prossimo l'inimmaginabile perché non vedono una via d'uscita da questo tunnel infernale.
Il perdono che entrambe le ragazze riescono comunque a dare a queste persone che gli stanno massacrando l'anima. Una comprensione e una giustificazione continua di questi atti che lascia il lettore incredulo ma nello stesso tempo una diffidenza incrollabile davanti a coloro che tendono loro la mano per farle uscire dal tunnel.
Tutta la negatività iniziale lascerà però spazio al messaggio positivo finale, al riscatto di Miriam e Annabella, alla luce in fondo a quel tunnel che non sembrava mostrare un'uscita. Nell'epilogo si ritroveranno e, unite da un dolore che le accomuna, per mano ricominceranno da capo.
"Vedi, quando siamo più a terra, senza speranza, senza voglia di vivere... la vita ci sorprende, ci regala nuovi respiri, un sogno a cui aggrapparci. Ma per rendere possibile questo bisogna crederci, non arrendersi"
Questo è il messaggio di Argeta Brozi che condivido a pieno!
Il linguaggio dell'autrice è forte e vivido nell'affrontare queste tematiche, colpisce al cuore e ti commuove. E' capace di trasmettere con estrema semplicità i sentimenti delle protagoniste e vi coinvolgerà fino all'ultima pagina.

P.s. Argeta Brozi dirige la Butterfly Edizioni. Vi consiglio vivamente di dare un'occhiata ai libri che pubblica...non ve ne pentirete!!!!

Voto: 10/10 


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