lunedì 20 maggio 2013

IL CORPO UMANO - P. Giordano

Dopo il successo de "La solitudine dei numeri primi" Paolo Giordano pubblica il suo secondo romanzo.
È un plotone di giovani ragazzi quello comandato dal maresciallo Antonio René. L'ultimo arrivato, il caporalmaggiore Roberto Ietri, ha appena vent'anni e si sente inesperto in tutto. Per lui, come per molti altri, la missione in Afghanistan è la prima grande prova della vita. Al momento di partire, i protagonisti non sanno ancora che il luogo a cui verranno destinati è uno dei più pericolosi di tutta l'area del conflitto: la forward operating base (fob) Ice, nel distretto del Gulistan, "un recinto di sabbia esposto alle avversità", dove non c'è niente, soltanto polvere, dove la luce del giorno è così forte da provocare la congiuntivite e la notte non si possono accendere le luci per non attirare i colpi di mortaio. Ad attenderli laggiù, c'è il tenente medico Alessandro Egitto. È rimasto in Afghanistan, all'interno di quella precaria "bolla di sicurezza", di sua volontà, per sfuggire a una situazione privata che considera più pericolosa della guerra combattuta con le armi da fuoco. Sfiniti dal caldo, dalla noia e dal timore per una minaccia che appare ogni giorno più irreale, i soldati ricostruiscono dentro la fob la vita che conoscono, approfondiscono le amicizie e i contrasti fra loro, cercano distrazioni di ogni tipo e si lasciano andare a pericolosi scherzi camerateschi. Soltanto la notte, sdraiati sulle brande, vengono sorpresi dai ricordi. Nel silenzio assoluto, che è silenzio della civiltà ma anche della natura, riescono a sentire la pulsazione del proprio cuore, il ronzio degli altri organi interni - l'attività incessante del corpo umano. L'occasione in cui saranno costretti a addentrarsi in territorio nemico sarà anche quella in cui ognuno, all'improvviso, dovrà fare i conti con ciò che ha lasciato in sospeso in Italia. Al loro ritorno, avranno sorpassato irreversibilmente la linea che separa la giovinezza dall'età adulta. In un romanzo corale, che alterna spensieratezza e dramma, Giordano delinea con precisione i contorni delle "nuove guerre". E, nel farlo, ci svela l'esistenza di altri conflitti, ancora più sfuggenti ma non meno insidiosi: quelli familiari, quelli affettivi e quelli sanguinosi e interminabili contro se stessi.
Il romanzo non ha una vera trama che ha un inizio ed un epilogo. E' una raccolta di eventi, di storie e soprattutto di pensieri. I pensieri dei soldati in Afghanistan, dei genitori dei soldati, delle mogli dei soldati rimaste in patria che devono fronteggiare una vita senza il partner. 
Viene messa a nudo una realtà spesso trascurata, quella della nuova generazioni di soldati in guerra nei territori pericolosi. Una guerra di attesa, di armi subdole pronte a colpire in momenti inaspettati. 
Il "corpo umano" quindi non è solo il corpo inteso in senso militare del termine che diventa umano per le anime in bilico dei soldati in guerra ma è anche nel senso fisico del termine. Un corpo che non sempre segue i voleri della mente. Un corpo che deve essere sano, nonostante le condizioni precarie di vita, che deve essere allenato e duttile ad ogni situazione anche quando le condizioni sono pessime. Un corpo che alle volte reagisce duramente alla debolezza e alla fragilità della mente. 
Le pagine scorrono in un'alternarsi di situazioni di guerra, in cui i soldati riversano le loro esperienze militari più o meno consolidate, e di serate immerse in riflessioni, dubbi e incertezze sulla scelta di vita fatta, su quanto si è abbandonato e sul futuro.
I più giovani si troveranno a fronteggiare situazioni di emergenza, situazioni tragiche in cui è difficile trovare una morale. La morte dei compagni non può lasciare che attoniti anche i veterani.
Giordano è sempre molto abile a mettere a nudo le anime dei protagonisti, come aveva fatto nel suo romanzo di esordio. Ci ritroviamo davanti a personaggi che devono essere coriacei per mestiere ma che alla fine cadono nell'insicurezza di un rapporto d'amore o anche solo di affetto che non sanno come gestire, di responsabilità della vita quotidiana che non riescono a prendere.

Voto: 7/10

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