giovedì 12 settembre 2013

BLUT - R. Rode

Non potevo non postare il nuovo racconto di Rebecca Rode, promettente scrittrice emergente!!!
Io la adoro!


"Blut" è scaricabile gratuitamente nei formati:
EPUB http://bit.ly/1g1n0DP
PDF http://bit.ly/17QJ0jU



Non perdetevelo!

Voto: 10/10

venerdì 6 settembre 2013

IL CONFINE DI UN ATTIMO - J. A. Redmerski

Camryn Bennett, vent'anni, non è certo il tipo da restare ingabbiata in una vita ripetitiva sempre uguale a se stessa. Ma da quando il suo ragazzo è morto in un terribile incidente, niente sembra più importarle davvero... Dopo che anche la sua migliore amica le volta le spalle, Camryn salta su un autobus, con solo un telefono cellulare e una piccola borsa, decisa a fuggire da tutti coloro che la vogliono incasellare in una vita che non le appartiene. Nel viaggio incontra un ragazzo di nome Andrew Parrish, un tipo non molto diverso da lei, da cui si sente irresistibilmente attratta. Andrew vive la vita come se non ci fosse domani: la provoca, la diverte, la protegge, la seduce, le insegna ad assaporare ogni singolo momento e ad ascoltare le sue emozioni più profonde, i suoi desideri più veri e inconfessati. Ben presto diventa il centro della sua vita. Ma Camryn ha giurato di non lasciarsi andare mai più, di non innamorarsi mai più... E il segreto che Andrew nasconde li spingerà irrimediabilmente insieme o li distruggerà per sempre?

Se dalla trama può sembrarvi un romanzo scontato e con tematiche già viste, vi sbagliate. E' sicuramente molto scorrevole grazie alla splendida scrittura della Redmerski ma non di certo banale.
Si affrontano tematiche importanti: le grandi scelte, il futuro, il dolore, la perdita e ovviamente l'amore.
L'alternarsi dei punti di vista dei due protagonisti, Camryn e Andrew, per tutta la durata del romanzo vi accompagneranno fino all'epilogo in un'altalena di emozioni e sofferenze.
La protagonista, Camryn, fa quello che tante di noi almeno una volta ha pensato di fare nella vita: zaino in spalla e partenza per l'ignoto. La sua vita degli ultimi anni è stata costellata da eventi poco piacevoli, come la morte del suo fidanzato in un incidente, è smarrita davanti a un futuro incerto. Non ha più obiettivi né speranze e la litigata furibonda con la sua migliore amica è la goccia che fa traboccare il vaso. 
Questo viaggio in autobus verso l'ignoto cambierà per sempre la vita di Camryn. Sull'autobus incontrerà infatti Andrew in viaggio verso il capezzale del padre ormai in fin di vita. Anche il suo viaggio è una sorta di viaggio "spirituale" verso un destino crudele che non riguarda solo il padre...
I due ragazzi, nonostante le prime titubanze di Camryn, si avvicineranno sempre di più e scopriranno di avere paure e dolori molto simili.
Nascerà un passione sempre più forte e un amore grande che però arriverà ad un bivio...E qui mi fermo!!!! A voi il finale!
Ho amato molto questa storia e i suoi personaggi che ritrovano in qualche modo la loro strada che finora è stata piuttosto impervia ma insieme riescono a risorgere e per mano ad affrontare il futuro. 

  Io e Andrew Parrish eravamo destinati a incontrarci su quell’autobus.  Coincidenza è solo la parola che i conformisti usano al posto di destino.

Voto: 9/10

lunedì 26 agosto 2013

E L'ECO RISPOSE - K. Hosseini

Sulla strada che dal piccolo villaggio di Shadbagh porta a Kabul, viaggiano un padre e due bambini. Sono a piedi e il loro unico mezzo di trasporto è un carretto rosso, su cui Sabur, il padre, ha caricato la figlia di tre anni, Pari. Sabur ha cercato in molti modi di rimandare a casa il figlio, Abdullah, senza riuscirci. Il legame tra i due fratelli è troppo forte perché il ragazzino si lasci scoraggiare. Ha deciso che li accompagnerà a Kabul e niente potrà fargli cambiare idea, anche perché c'è qualcosa che lo turba in quel viaggio, qualcosa di non detto e di vagamente minaccioso di cui non sa darsi ragione. Ciò che avviene al loro arrivo è una lacerazione che segnerà le loro vite per sempre. Attraverso generazioni e continenti, in un percorso che ci porta da Kabul a Parigi, da San Francisco all'isola greca di Tinos, Khaled Hosseini esplora con grande profondità i molti modi in cui le persone amano, si feriscono, si tradiscono e si sacrificano l'una per l'altra.
 
In qualità di grande fan di questo incredibile scrittore non potevo non leggere la sua ultima opera e le mie aspettative non sono state di certo deluse.
A differenza delle opere precedenti, questo può quasi definirsi un romanzo corale che parte dalla storia di Abdullah e sua sorella Pari il cui fortissimo legame viene spezzato in giovane età quando il padre dei due bambini, a causa della profonda povertà in cui versa la sua famiglia, vende a una coppia di Kabul, presso cui lavora il cognato Nabi, la figlia più piccola. Questo sarà un dolore profondo ed incolmabile per Abdullah che segnerà tutta la sua vita. Da qui partiranno le fila di tutto il romanzo che si svilupperà tramite le voci di Nabi, di Pari e della figlia di Abdullah ma anche di Idris e Timur, legati ai personaggi principali in modo piuttosto sottile ma che offrono un altro punto di vista importante sugli emigrati afgani, a cui Hosseini dà sempre molta importanza. Essi sono, infatti, i "fortunati malinconici": coloro che hanno potuto crearsi una nuova vita all'estero ma con una malinconia per la terra d'origine a cui sono molto legati ma in cui non potranno tornare per le condizioni continuamente drammatiche  dell'Afganistan.
E' la storia di una famiglia vista trasversalmente per un lasso di tempo lungo 3 generazioni. E' la storia di afgani che hanno vissuto vite diverse ma il cui cuore è sempre legato alla loro terra, agli affetti familiari e alle tradizioni.
E' incredibile come l'autore sia riuscito ad affrontare la storia dal punto di vista di personaggi diversi per sesso e cultura, che vivono in periodi storici e luoghi molto diversi. Una poliedricità ineguagliabile.
La scrittura di Hosseini è come sempre splendida, limpida ed emozionante.
 
Voto: 10/10 (Il cacciatore di aquiloni e Mille splendidi soli erano 10 e lode!!!)
 
 
 
 

martedì 30 luglio 2013

76 - Rebecca Rode


Oggi posto qualcosa di diverso dal solito... Si tratta di un racconto inedito dell'esordiente Rebecca Rode. Ve lo propongo perché credo meriti di essere letto da tutti! Il linguaggio evocativo dell'autrice vi porterà su quel palco con la protagonista...e il suo inconscio...Un turbinio di emozioni in poche righe! Quando il talento c'è, si vede! Leggete e ditemi che ne pensate!!!! 


<<76>>
Lo scroscio svelto e disordinato del battere di mani siglò la fine dello spettacolo. Risate, fischi e parole confuse facevano da corona alle tende  polverose del sipario che calavano cigolanti e stanche. Gli anni si contavano veloci, uno ad uno, descritti su ogni singola crepa delle mura del teatro. La commedia era terminata. I commedianti sgattaiolavano dietro le quinte mentre il pubblico, ancora ridente, si dissipava divertito lungo le strade, sgomberando l’arena, allontanandosi in ombre di luce che si aggrappavano alle case, sempre più lontane . Sabrina si apprestava a godersi la stessa scena di sempre,  quella finale, in cui solitudine e silenzio si impadronivano come piante rampicanti della carta da parati, degli spalti, delle sedie, permeando una pace attesa.  Le mura ridondavano emozioni, canti, risate degli spettatori ed ella, immersa in quel laconico spettacolo, poteva diventare Turandot, Aida, Violetta: la regina indiscussa della scena.
-          Sabrina, bada che siano ben chiuse tutte le imposte, e prima di uscire riordina quei copioni.
Dimenticavo: bada a che questo letamaio non diventi una prigione per qualcuno.
-          Sarà fatto Mr. Fa’ questo e quello.
Sabrina abbandonava per ultima il teatro, dopo aver provveduto a riordinare il tutto per lo spettacolo successivo. Durante la scena restava in un angolino, con la blusa di seta a fiorellini appena sopra il ginocchio, i piccoli piedi, trampolieri in equilibrio sui tacchi a spillo, impacchettati come dolci per bambini, uniti nella sua posa di sempre: composta, elegante e sempre ai margini degli sguardi indiscreti. Viveva nell’ombra del successo degli spettacoli, seguiva il copione alla lettera e, al momento giusto, suggeriva la battuta alla primadonna di turno. Amava il teatro, talmente gravido di vita, di attese, di personaggi, di storie. Non le dispiaceva affatto uscire per ultima, assaporare l’ultima eco di un tacco che, rimbombando nel vuoto, si appresta ad abbandonare la sala, godersi la platea semplice, vuota, spoglia di giudizi, ascoltare il dindondio delle chiavi che penzolano dalle sue dita. Quando tutto fu quasi a posto notò un faro ancora acceso che illuminava la seggiola sul palco. Avanzò  verso quella direzione. I suoi passi si fecero svelti sul legno scricchiolante, poté sentire i tonfi goffi e vedere la polvere levarsi in volo, controluce. Decise di non spegnere il riflettore. Si sedette sulla seggiola come una diva. Si alzò poi, completamente eretta, colma di una fierezza ostentata meno che di rado. Fece qualche passo in avanti. Un inchino. Un altro ancora. Libera da se stessa, dai convenevoli, dalle sovrastrutture, esprimeva con sicurezza tecnica il dolore, l’ingenuità, la fedeltà e la dolce speranza di un’amabile ed introversa Madame Butterfly. Con un sorriso soddisfatto e inchini ossequiosi si apprestava a chiudere davvero, per quella sera, la scena, salutando il suo pubblico di fantasmi. Con un po’ di malinconia fece spallucce. Le braccia caddero sui fianchi torniti e  la mano destra impugnò la spalliera della seggiola. Un ultimo sguardo alla platea, ai posti a sedere. Vuoti. Un sospiro. Il nulla. Fece per strisciare la sedia e portarla al suo posto ma qualcosa fece attrito. Si chinò. Un piccolo diario con una copertina rigida e color verde smeraldo giaceva abbandonato sul parquet malconcio e fradicio. Tornò nella posizione in cui era poco prima, di fronte alla platea. Raccolse il diario, trascinò la sedia al centro del palco. Si sedette. Lo aprì. Una calligrafia elegante, stretta e precisa delineava e scandiva le parole lisce, delicate, soavi, impresse come un contrasto sulla carta sottile e porosa. Le emozioni filtravano come olio, spargendosi tra le dita, macchiando ogni buona intenzione. Emozioni queste di carta e inchiostro, che scuotevano come una tempesta intrisa di misteri rivelati l’animo pellegrino e assente. Si trattava di poesie. Sottovoce, come a darne una certa rilevanza, ne sottolineava alcuni passi: «Abbiamo perso ancora questo crepuscolo… Nessuno ci vide questa sera con le mani unite mentre la notte azzurra cadeva sopra il mondo…io ti ricordavo con l’anima stretta da quella tristezza che tu mi conosci».
-          Bella!
Un sussulto interruppe l’intima magia di quell’istante. Una voce profanò il silenzio religioso e casto che imperava tra le crepe delle pareti anziane. Una voce inaspettata, lieve, timida, pura, mosse l’aria come una brezza calda e pervase l’ambiente di un odore di cose belle, passate e future, vissute e sconosciute, folkloristiche. Una figura avanzava nel buio dell’arena a passi piccoli e delicati, senza emettere rumore alcuno. Si fermò nella penombra. Sabrina, in preda ai tumulti claudicanti del suo cuore, cercava di scrutare quell’immagine stilizzata che spariva nell’ombra e riemergeva dal buio. Cercò di intravederne i lineamenti. La figura era sottile, definita ma evanescente, allo stesso tempo tonda e rassicurante. Spiava una chioma candida come batuffoli di cotone, bellissima. Quando il sangue pulsò più lentamente, ella ebbe forza per parlare.
-          Lo spettacolo è finito, il teatro è chiuso da un po’.
-          Lo so.
-          Devo chiudere l’entrata principale, mi scusi. Il mio lavoro è finito.
-          Aiutami. Leggi ancora.
Si sedette in platea, al posto 76, rimanendo avvolto nelle tenebre rassicuranti e cupe.
-          Oh no, davvero. L’ho trovato qui per caso e… non sarà mica suo questo diario?
-          No.
-          Che pasticcio, avrò sbandierato qualche… oh, che figura!
-        No, è bella. Ha dato voce a cose che non si sanno dire. Ha dato voce a chi non può parlare. Aiuta.
-      Sì, ma non l’ho scritta io, capisce? L’ho trovato qui per caso e mi sono messa a leggere, non è mica bello impicciarsi di affari altrui!
-       Ma è una poesia!
-      Sì, e mi piace molto ma, stupida che sono! Non avevo alcun diritto di ficcarci il naso. Magari non avrebbe dovuto essere letta da nessuno. Una poesia scritta da chissà chi poi! Per quanto bella non mi appartiene, non ho diritto…
-         Ma la poesia non è di chi la scrive! È di chi gli serve…
-         Serve?
-      Certo, la poesia serve a dar voce a chi non ha parole. Tu ne avevi bisogno. Hai trovato nelle parole qualcosa di tuo, come in uno specchio, e ti è servita. Se trovi uno specchio per strada non ti scusi mica con lui per averti riflessa, o per averti fatto capire che avevi una ciocca di capelli in disordine!
-          Non sono sicura di capire
-       Lo specchio riflette la tua immagine. Tutti possono ammirarla, giudicarla bella o meno bella, ma solo tu, guardando nei tuoi stessi occhi, potrai vedere il vero riflesso. Troverai un universo intero. Sei tu, Sabrina: sguardo perso, malinconico, sfiduciato, che ha visto mille spettacoli senza esserne padrone. Tu, ai margini del teatro a suggerire le battute. Tu, che avresti voluto essere l’attrice omaggiata da un bagno di plausi. Tu, che tenendo i piedi uniti non osi guardare oltre questa tenda triste e malandata. È perché non hai fiducia in te stessa.
-          Perdoni una cosa: ci conosciamo?
-          Da sempre, come se non ti avessi vista mai.
-          Un… un momento! Ma… chi diavolo sei? Mostrati.
-          Non posso.
-          Se è uno scherzo è di cattivo gusto. Mostrati nella luce!
-         Io sono già nella luce. Ci siamo visti ovunque, in nessun posto. Ad ogni ora sono con te, quasi come mai. Ho sfiorato le tue mani senza toccarle, nell’abbraccio intenso di un sogno senza fine, nell’aria leggera che ti scompiglia i capelli, che ti rende viva. Così, io vivo.
Sabrina si alzò con uno scatto repentino, avanzò nella penombra per tentare di indovinare qualche particolare di quella figura così sfuggente, afferrarlo, comprenderlo.  Avanzava correndo immobile, annaspava alla ricerca di dettagli invasa di dubbi e certezze. Il cuore le si attanagliava nello stomaco. Battiti accelerati echeggiavano nella sua mente, tentacoli aridi e invisibili la inchiodavano sul parquet sporco e sgualcito. Naufraga in un mare in tempesta, cercava quella figura senza riuscire a raggiungerla, quella figura che pareva l’eco assordante di un riverbero lontano, futuro, presente. Senza tempo. Sconosciuto eppur sempre lì. Lontano ma così vicino da poterne sentire il dolce profumo.
-          È tempo per me di tornare.
-          Non andare via! È ancora troppo presto… dimmi il tuo nome! Io non so, non ricordo…
-          Io?
Si voltò lento, con un’espressione serena, distratta e tremendamente dolce in un sorriso di zucchero, appena accennato, come l’alba di un giorno che sorge nel capo più bello del mondo.  Era lì, avvolto nel bagliore splendente della più pura perfezione.
-          Io, Sabrina, sono solo un Pulcinella.
E parve un grido, strozzato in un sussurro, fatto di parole taglienti come lame e fragili come cristalli, ma pure e semplici, caste. La grande porta sbatté forte sulle mura scolorite lasciando cadere qualche granello di polvere. Un vento aggressivo pervase l’intero ambiente, cruento, caldo. Ella si lasciò dominare. Passiva, con le ginocchia inchiodate a terra, lo sguardo attonito, gli occhi bagnati da gocce di pianto che scendevano lente, per tramutarsi in violenti uragani. Aveva offerto le sue mani nel vuoto. L’aria, linfa vitale, si era colorata di oro, di buoni sapori, di tesori custoditi e inesplorati e fuggiva via, tra le dita, come filigrana di sabbia finissima. Il vuoto insopportabile allora si fece greve, piatto, plumbeo fino a pesare sul corpo. Come aveva potuto non capire.
Non così presto.
Silenzio.

mercoledì 24 luglio 2013

COLAZIONE DA DARCY - A. McNamara

Quando Darcy McCall perde l’adorata zia Molly, l’ultima cosa che si aspetta è di ricevere in eredità un’isoletta in mezzo al mare. Secondo le ultime volontà della donna, però, per entrarne in possesso, Darcy dovrà trascorrere almeno dodici mesi sull’isola di Tara, al largo delle coste occidentali dell’Irlanda. Una bella sfida, non c’è che dire, per una come lei, abituata alla frenetica vita londinese. Ma forse un cambiamento è proprio ciò di cui Darcy ha bisogno, così, senza quasi rendersene conto, da un giorno all’altro si ritrova a dover dire addio alle amate scarpe con il tacco per indossare un paio di orribili stivali. Adattarsi alla spartana vita dell’isola sarà un’impresa tutt’altro che facile, ma nel ristorantino appena aperto, tra una tazza di tè e i biscotti fatti in casa, Darcy scoprirà che l’isola ha molto da offrire… E dopo le difficoltà iniziali, il calore e l’affetto della piccola comunità di Tara finiranno per conquistare anche la mondana Darcy. Nuovi amici e forse un nuovo amore l’attendono dietro l’angolo: chi, tra l’affascinante Conor e il testardo Dermot, saprà far battere il suo cuore? 

Una trama originale e un linguaggio piacevole e scorrevole sono i segni particolari di questo romanzo ambientato in Irlanda.
L'autrice ci trasporta nel fascino delle terre d'Irlanda insieme a Darcy che ha ereditato dalla nonna l'isola di Tara. Le condizioni per riscattare l'enorme patrimonio sono però quanto meno particolari. Darcy quindi si troverà davanti ad una scelta molto importante che le cambierá la vita per sempre. 
Le scelte di vita e la crescita personale sono le tematiche principali affrontate dall'autrice che ci accompagna pagina per pagina a scoprire la metamorfosi della protagonista che da semplice e superficiale impiegata cittadina del jetset londinese si trasfomerá nella affidabile e amata proprietaria di Tara.
Non ho molto apprezzato la poca attenzione data al rapporto tra Darcy e Dermot, affrontato troppo velocemente e in modo poco approfondito.
Ho amato, invece, gli aneddoti e le leggende legate alla storia irlandese.

Voto: 7/10

LA SETTIMA ONDA - D. Glattauer

Emmi e Leo: per chi ancora non li conosce, sono i protagonisti di un amore virtuale appassionante, che ha vissuto ogni sorta di emozione, a parte quella dell'incontro vero. Sì, perché dopo quasi due anni, Leo ha deciso di tagliare definitivamente i ponti con Emmi e partire per Boston, per ricominciare una nuova vita. Emmi non si dà però per vinta, e riesce nell'impresa di riallacciare i rapporti con Leo. Mentre lei è ancora felicemente sposata con Bernhard, per Leo in nove mesi le cose sono cambiate, eccome: in America ha conosciuto Pamela e finalmente ha iniziato la storia d'amore che ha sempre sognato. Si sa, però, l'apparenza inganna. Ritornano le schermaglie via e-mail che hanno tenuto col fiato sospeso i numerosi lettori di Le ho mai raccontato del vento del Nord, e anche stavolta promettono scintille.

Dopo "Le ho mai parlato del Vento del Nord", grande successo di Glattauer, non potevo non leggere la continuazione della storia tra Emmi e Leo, la cui pseudo-fine mi aveva lasciato un po' d'amaro in bocca.
Una storia d'amore nata per caso via e-mail e proseguita per parecchio tempo con l'attesa di quel fatidico incontro che non avvenne mai... il perché ve lo lascio scoprire leggendo il primo libro.
E ora rieccoci qui... dopo svariati tentativi di Emmi di ricontattare Leo via mail...la mail si riattiva! Tra incredulità, emozione, paura e felicità ricomincia lo scambio di mail tra i due che finalmente riusciranno a incontrarsi al Caffè Huber... ma non sempre le cose vanno come uno se le aspetta e quando tutto sembra perduto una sorpresa appare dietro l'angolo! In che senso? Lo vedrete!
Glattauer è molto abile, come nel primo libro, a far trasparire le emozioni, i timori e le ansie dei protagonisti tramite un semplice scambio di e-mail.
Manca un po' la sagacia, l'ironia e l'ilarità del primo libro che ho trovato più incalzante e trascinante. Qui l'autore vuole lasciare più spazio al gran finale sacrificando un po' le parti precedenti.
Contenta di averlo letto perché le storie d'amore in sospeso o troncate bruscamente mi lasciano sempre un po' triste!

Voto: 7/10

AMICI DI LETTO - Gina L. Maxwell

Dopo un matrimonio fallito, Lucie è determinata a evitare relazioni passionali per mettersi alla ricerca dell'uomo giusto: bello, in carriera, desideroso di farsi una famiglia e caratterialmente compatibile. Stephen, il brillante medico con cui lavora, sarebbe il candidato ideale, se non fosse che non la degna nemmeno di uno sguardo. La soluzione arriva insieme a Reid, il migliore amico del fratello di Lucie, nonché sua cotta adolescenziale: Reid ha bisogno di fermarsi in città per un breve periodo e in cambio di un posto letto sul divano di Lucie è disposto a dispensarle consigli su come conquistare il dottore. A Lucie, perennemente insicura e abituata a nascondersi dentro maglioni sformati, serve prima di tutto un po' di consapevolezza del proprio fascino. In pochi giorni, però, le "lezioni di seduzione" si trasformano in giochi erotici sempre più spinti e coinvolgenti. E quando c'è feeling tra le lenzuola, è difficile fermarsi... Ma quello che c'è tra Lucie e Reid è solo intesa fisica o qualcosa di più?

Lo so, lo so...un altro romance.... ma che ci volete fare? Sono un'inguaribile romantica!
Romanzo scorrevole e ben scritto. Letto in una domenica!
La trama non è originalissima ma molto avvincente.
I personaggi sono ben caratterizzati anche se ovviamente piuttosto stereotipati.
Lucie, ingenua, premurosa e delusa dalla sua vita amorosa, convinta di aver trovato l'uomo perfetto per lei nel collega medico che, almeno apparentemente, incarna quello che renderebbe felice ogni donna. Ma Lucie non ha fatto i conti col destino e con Reid, apparentemente l'opposto di ciò che lei desidera per una storia duratura.... apparentemente appunto!
Un'altra perfetta lettura sotto l'ombrellone!

Voto: 8/10
  

martedì 23 luglio 2013

DELIZIOSA SFIDA - J. James

Fredda e assolutamente padrona di sé, Taylor Donovan è un brillante avvocato. In aula non mostra mai alcuna debolezza, nella vita privata non permette a nessun uomo di turbarla. Presuntuoso, famoso e irresistibile, Jason Andrews è l'attore che la rivista "People" ha incoronato "Uomo più sexy del mondo". Quando a Taylor viene affidato l'incarico di prepararlo per il ruolo di avvocato nel suo prossimo film, lei si rifiuta di lasciarsi irretire dal suo fascino di rubacuori. E alla prima doccia fredda che gli riserva, Jason si sente disorientato: abituato ad avere stuoli di femmine ai suoi piedi, non riesce a digerire che quella donna resti immune alle sue avances al punto di negarsi! Ma per lui è la sfida perfetta. E più Taylor lo respinge, più Jason si convince che sia proprio lei la donna della sua vita.

E' vero alla volte sono poco fantasiosa nella scelta delle mie letture ma un sano romance ben scritto non può mai mancare!
Ok...Luoghi comuni a bizzeffe e tipica trama romance... ma l'ho adorato!!! 
Due caratteri forti, due mondi di provenienza completamente diversi, due esperienze di vita opposte ma la vita, si sa, può metterci davanti a strane "sfide".
Tutto parte dalla curiosità iniziale di Jason considerato tra i più belli del pianeta verso una donna che, a differenza di tutte le altre, non gli cade ai piedi pendendo dalle sue labbra e che, anzi, lo tratta anche un tantino male. E questa curiosità presto si trasformerà in attrazione e poi in amore di cui egli stesso si sorprende...
Taylor, avvocato in ascesa, ha mille pregiudizi relativamente al mondo a cui Jason appartiene e non si fa nessuno scrupolo a esprimergli le sue opinioni.
Tra questi due personaggi, perfettamente caratterizzati, nascerà un legame particolare che vi terrà appiccicate al libro fino all'ultima riga.
Il linguaggio della James è semplice, scorrevole e frizzante, adatto a questo genere di romanzi.
Un'ottima lettura sotto l'ombrellone per evadere un po' con la mente e con il cuore!

Voto: 8/10

CONVIVENZA LEGGERA...MATRIMONIO D'AFFARI - V. Vescera

Alicya è una donna che vive correndo, dividendosi tra lavoro, casa e ben due relazioni da costruire: una convivenza non troppo impegnativa con l'affascinante Raffaele e una storia duratura con il suo capo, l'affidabile Ugo. Il gioco, tuttavia, si rivelerà più intricato del previsto e, come sempre accade, il destino e la sua ironia metteranno il loro zampino, ponendo tra le mani di Alicya una terza carta da giocare.

La Vescera ci accompagna in un viaggio esilarante nella pazza vita di Alicya costellata di figuracce a catena nel perfetto stile Bridget Jones (in versione    più affascinante però), completamente immersa nel lavoro e alla ricerca del suo compagno di vita o meglio dei suoi compagni di vita. 
Eh sì... Alycia è alla ricerca di quello che in un uomo solo non riesce a trovare: l'affidabilità che include anche la sicurezza economica e la passione. Ma non ha fatto i conti con il destino...
Se nella prima parte vi sembrerà di aver di fronte un personaggio frivolo e superficiale, il tutto verrà smentito nel finale quando finalmente il cuore di Alicya si aprirà. Tutte le sue fissazioni, le sue bizzarrie e le sue convinzioni assurde nascondono, infatti, un grande dolore che ha radici nel suo passato e un timore dell'abbandono che la fa rinchiudere nel suo guscio e impedendole di fidarsi del prossimo. Ma ci sarà qualcuno che riuscirà a rompere, non senza difficoltà, questo guscio ed arrivare al suo cuore.
Un romanzo allegro che analizza le paure che dobbiamo spesso affrontare nella vita con il sorriso sulle labbra!
La scrittura della Vescera è fluente e frizzante e rende bene il ritmo incalzante della vita della protagonista.

Voto: 7,5/10

martedì 18 giugno 2013

IL PROFUMO DEL SUD - L. Bertasi

Luglio 1858. Un piroscafo prende il largo dal porto di Genova verso il Nuovo Mondo. Sul ponte, Anita vede la terraferma allontanarsi e, con essa, tutto il suo passato: una famiglia alla quale credeva di appartenere, i suoi affetti, una scomoda verità. A condividere il viaggio con lei, la matura Margherita e il suo protetto, il seducente Justin Henderson. Giunti in America, Margherita convince Anita ad essere sua ospite per qualche tempo, nella sua dimora a Montgomery. La ragazza accetta, sicura di dover ripartire al più presto. A farle cambiare idea saranno le bianche colline del Sud e un tormentato amore più forte delle sue paure.
All’orizzonte, l’ombra oscura della guerra civile. Linda Bertasi scrive un romanzo che dell’800 ha il sapore, un romanzo nel quale la Storia non è semplice sfondo ma protagonista attiva della vicenda. Narrativamente impeccabile, emotivamente travolgente, Il profumo del sud è una storia di passione: quella per la terra alla quale sentiamo di appartenere e quella per la persona che siamo destinati ad amare.

Dopo "Destino di un amore" che mi aveva letteralmente conquistata non potevo  non comprare gli altri due libri di Linda Bertasi. 
Sono partita dall'ultima creazione "Il profumo del sud" e devo dire che ogni aspettativa non solo è stata rispettata ma addirittura superata!!!
La scrittura dell'autrice è sempre travolgente, passionale e coinvolgente, le pagine scorrono portando il lettore in un vortice di emozioni continue da cui sarà difficile staccarsi. 
Valore aggiunto di questo romanzo è il background storico che denota uno studio approfondito della Guerra di Secessione americana effettuato dall'autrice.
La storia, infatti, è ambientata nella seconda metà dell'800. Anita, la protagonista, fugge dall'Italia per abbandonare una situazione famigliare critica e decide, con l'aiuto della cugina, di emigrare in America, il Nuovo Mondo, per ricominciare una nuova vita ripartendo da zero e lo farà da sola, senza l'amato Paolo Dalmasso, e con uno nuovo nome, Isabella Giordano.
Sulla nave che la porterà in America incontrerà le due persone che cambieranno la sua vita per sempre Margherita Castaldo e Justin Henderson.
Non vi dirò come per non rovinarvi il piacere della lettura che merita tutta la vostra attenzione!
Come al solito, Linda Bertasi ha una capacità straordinaria nella caratterizzazione dei personaggi, le cui sfumature vengono dipinte in modo quasi poetico e vi porteranno all'interno del racconto senza lasciarvi più andare.
Ho letteralmente divorato le pagine di questo libro in cui l'autrice vi farà sentire  davvero Il Profumo del Sud, delle sconfinate piantagioni di cotone dell'Alabama, del sole cocente spettatore dello schiavismo di quegli anni, del sangue della guerra e soprattutto dell'amore eterno.
Eh sì, in questo contesto storico perfettamente ricreato, la storia di Isabella e Justin sarà la protagonista dell'intero romanzo. Un amore che si evolve e che renderà i due amanti indivisibili, nonostante tutto e tutti. La passione e l'attesa saranno ciò che lo contraddistingueranno perché, alla fine, c'è sempre una sola persona che siamo destinati ad amare..
Ho amato molto il personaggio di Isabella, una donna forte, di cultura, raro in quei tempi, che difende i suoi ideali contro tutto e tutti. E' una donna moderna in un contesto e in un periodo storico ostile. 
Lo sbarazzino Justin, invece, dacché parta come l'uomo bello, ricco, forte e desiderato si rivelerà essere l'anello debole dell'unione. La morte del fratello farà crollare le sue certezze e i suoi obiettivi, con un unico punto fermo, la sua Isabella.
L'altro personaggio femminile perfettamente delineato è quello di Margherita Castaldo, di origine italiana, ma dalla connotazione decisamente sudista, nel senso americano del termine. Una donna altrettanto forte anche se scalfita da un passato costellato di ingiustizie e tradimenti.
Il viaggio è una delle componenti del romanzo. Il viaggio oltreoceano di Anita che la trasformerà in una nuova Isabella. Il ritorno di Margherita e poi di Isabella. E il viaggio di rientro in America. Ogni viaggio avviene in un momento cruciale della storia e ogni viaggio sarà una svolta nella vita di qualcuno.
Anche il profumo, che dà anche il titolo al romanzo, pervade tutta l'atmosfera del racconto. Il profumo del sud, appunto, il profumo di fragole e gelsomino di Isabella, il profumo di felce di Justin.... ogni nostro ricordo o ogni persona che amiamo è legato a un profumo...pensateci... e anche Linda Bertasi ci fa sentire, con tutta la sua maestria, il profumo di questo amore immenso e di questi luoghi meravigliosi.

Voto: 10/10

Ecco il booktrailer:



Non posso chiudere la recensione senza rinnovare i miei complimenti alla Butterfly Edizioni e ad Argeta Brozi per il lavoro splendido che fa ogni giorno. Come ho confessato ad Argeta stessa, mi sono innamorata della Butterfly e delle sue scrittrici/scrittori!!!!!

lunedì 10 giugno 2013

PIU' FORTE DEL MONDO - L. Mastinu


Valle d’Ezio, 1969.
Notte di Natale. Cosima si risveglia sotto la pioggia battente e non ricorda nulla. È sola tra fango e rocce. In lontanza scorge delle luci e sa che dovrà raggiungerle: è il convento di Santa Gemma, unico posto al mondo in cui potrà trovare riparo e ristoro. Perde i sensi una volta giunta al portone e si risveglia in un letto caldo. Tra quelle mura conosce Suor Adele, la più giovane e affettuosa tra le monache, la quale l’aiuterà a riprendere le forze e ritrovare la speranza. Il tempo passa e per Cosima i ricordi faticano a ritornare, nonostante le attente cure del dottor Matiot. Nel frattempo la sventurata partecipa attivamente alla vita del convento, svolgendo ogni tipo di mansione e dedicandosi all’ausilio di ogni forma di vita che si trova all’interno di quelle mura. Non è tutto.
Cosima fa dei sogni e vede delle cose. Cosima sente l’agghiacciante risata di un bambino. Sinistri eventi si ripercuotono sulla serenità che da sempre impera sulla vita del convento. Quando la memoria farà ritorno un terribile passato farà capolino.
Non vi sarà più quiete.
Dopo "Damnatio" non potevo non leggere il primo romanzo di Luca Mastinu e, come pensavo, non mi ha deluso! Ho ritrovato la stessa capacità magistrale di gestire i filoni del racconto, una caratterizzazione dei personaggi esemplare e quella comunicazione tra personaggi e lettore che pochi sanno offrirmi!

I principali attori di questa storia vi entreranno nel cuore, nel bene e nel male. Cosima, Adele, il dott. Matiot e la Madre Superiora sono le colonne portanti di questo intreccio che vi irretirà nelle sue trame e non vi lascerà andare fino all fine. E' sempre stupefacente la capacità di Luca Mastinu di riunire le fila del racconto, volontariamente lasciate in sospeso, per poi esplodere in un epilogo sconvolgente che non ti lascia abbandonare il libro fino all'ultima pagina.
Cosima, la protagonista del romanzo, colei che inizialmente non ha alcuna memoria del suo passato, subisce una trasformazione, nel momento della riacquisizione, a dir poco sorprendente e siamo trasportati dall'autore in un turbine emotivo che passa dalla compassione all'orrore per questa ragazza.
Suor Adele, invece, è un po' la vittima sacrificale del racconto. Prima vittima del destino ingrato, poi vittima di Cosima e poi di se stessa. Sarai lei, con la sua anima e col suo pianoforte a darci il significato della cosa "più forte del mondo"....
Il dott. Matiot e la Madre Superiora rappresentano l'opposizione tra fede e scienza, tra religiosità e ateismo ma con un unico obiettivo comune: la salvezza del prossimo. Come menzionato dagli stessi, uno si occupa del corpo e l'altra dell'anima delle persone. Questa simbiosi, trova però un equilibrio perfetto, nonostante frequenti contrapposizioni in tutto il racconto.
La musica, sempre presente nei romanzi (e nella vita!) di Luca Mastinu, anche qui ha un ruolo liberatorio quasi catartico. Adele troverà in essa la sua anima, il suo io perso nei meandri della follia... e forse per lei è questa la cosa più forte del mondo...perchè legata indissolubilmente al suo cuore e all'amore in esso contenuto.
Luca Mastinu utilizza un linguaggio fluente, evocativo e "predatore". L'uso che fa delle parole non potrebbe essere più adeguato in ogni contesto e in ogni situazione rappresentata. 
C'è tutto se stesso in questo romanzo e non dovete davvero perdervelo!!!
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domenica 9 giugno 2013

AL DI LA' DI TE - A. Brozi

Miriam è una ragazzina, ma dentro è già donna. Miriam è ancora viva, ma nel suo corpo che respira, mangia e dorme non c'è altro che sopravvivenza. Miriam ha perso sua madre e non le rimane che un padre violento, con il quale condividere il suo spinoso dolore quotidiano. E invidia Annabella, la sua splendida compagna di scuola, perché ha tutto: i soldi, una famiglia che la ama, un ragazzo trentenne con il quale correre in moto... o almeno questo è ciò che crede. In realtà, anche Miriam è invidiata da qualcuno, e questo qualcuno è proprio Annabella, che dalla vita ha avuto tutto ma non ha saputo conservare niente, che soffre in silenzio rifiutandosi di mangiare, ammalandosi di bulimia e tricotillomania senza neppure rendersene conto, e che ha compreso a sue spese che i soldi non possono comprare l'amore di chi la circonda, di chi c'è senza esserci mai per davvero.

Miriam e Annabella, due vite apparentemente opposte ma in realtà unite da un denominatore comune: la fragilità. La fragilità di una vita segnata da piccoli e grandi problemi che in talune occasioni appaiono insormontabili. 
Miriam ha perso la madre ma contemporaneamente il padre che, incapace di superare l'immenso dolore, lo sfoga sulla figlia nel modo peggiore, con percosse e violenze.
Annabella in apparenza una famiglia la possiede ma in pratica è sola come Miriam. Un padre, quasi completamente assente per le sue continue scappatelle sentimentali, e una madre incapace di reagire alla situazione e tanto meno di spiegarla alla figlia, incredula e sofferente davanti a tale situazione.
Due ragazze diverse: Miriam la secchiona che "affoga" le sue sofferenze nei libri e nello studio; Annabella che sfoga la sua rabbia contro il suo corpo.
I temi affrontati da Argeta Brozi sono impegnativi ma sviluppati con grande maestria. 
L'apparenza, che già in età adolescenziale ha un peso insopportabile, qui s'inasprisce e dà adito a pregiudizi spesso crudeli. Annabella è bella, ricca, magra e circondata da ragazzi quindi deve per forza essere felice. La sua vita non può avere problemi. Questo è quello che pensa Miriam ma questo è quello che pensano anche le sue coetanee....ma dietro a questa apparenza perfetta c'è una vita decisamente imperfetta di cui nessuno s'interessa.
I disturbi alimentari di cui soffre Annabella che diventano per lei una motivazione del mancato affetto del padre, della madre e del fidanzato. Non la amano perché non è perfetta, il fidanzato o meglio l'amante trentenne, non la cerca perché non è abbastanza magra. Giornate passate a convincersi che non ha bisogno di cibo e ad obbligarsi a fare esercizi fisici estenuanti... tutto questo ha un unico scopo: essere amata.
La ricerca della morte come unica soluzione all'inferno che vivono che in Miriam assume concretezza diretta con il tentato suicidio mentre in Annabella sfuma nell'anoressia e nella bulimia, metodo più lento ma con lo stesso brutale obiettivo.
Il sesso violento subìto da Miriam da parte di un padre che si è perso nei meandri del dolore ma anche subìto da Annabella da parte degli amici del fidanzato che la usano come giocattolo per i loro divertimenti. Entrambe diventano succubi della loro fragilità e permettono al prossimo l'inimmaginabile perché non vedono una via d'uscita da questo tunnel infernale.
Il perdono che entrambe le ragazze riescono comunque a dare a queste persone che gli stanno massacrando l'anima. Una comprensione e una giustificazione continua di questi atti che lascia il lettore incredulo ma nello stesso tempo una diffidenza incrollabile davanti a coloro che tendono loro la mano per farle uscire dal tunnel.
Tutta la negatività iniziale lascerà però spazio al messaggio positivo finale, al riscatto di Miriam e Annabella, alla luce in fondo a quel tunnel che non sembrava mostrare un'uscita. Nell'epilogo si ritroveranno e, unite da un dolore che le accomuna, per mano ricominceranno da capo.
"Vedi, quando siamo più a terra, senza speranza, senza voglia di vivere... la vita ci sorprende, ci regala nuovi respiri, un sogno a cui aggrapparci. Ma per rendere possibile questo bisogna crederci, non arrendersi"
Questo è il messaggio di Argeta Brozi che condivido a pieno!
Il linguaggio dell'autrice è forte e vivido nell'affrontare queste tematiche, colpisce al cuore e ti commuove. E' capace di trasmettere con estrema semplicità i sentimenti delle protagoniste e vi coinvolgerà fino all'ultima pagina.

P.s. Argeta Brozi dirige la Butterfly Edizioni. Vi consiglio vivamente di dare un'occhiata ai libri che pubblica...non ve ne pentirete!!!!

Voto: 10/10 


venerdì 31 maggio 2013

DAMNATIO - L. Mastinu

Italia, 1976. Decidere di allontanarsi dalle fila di una setta satanica comporta un prezzo altissimo da pagare: per questo gli spietati Non Serviam uccidono Gemma, figlia dell’ex adepta Rebecca Ariete. La donna assiste impotente all’esalazione dell’ultimo respiro della bambina. Non si darà pace fino a quando non impugnerà la sua rivoltella e, indossando una corona di spine, darà la caccia ad ogni membro della sinistra fratellanza per scovare il Sacerdote, colui che ha inferto il colpo mortale alla sua creatura. Le vicende sono narrate ai giorni nostri dalla stessa Rebecca, oramai anziana, agli arresti domiciliari e con un altro nome: Italia. La giornalista del settimanale “La Penisola”, Carol Violante, ha deciso di intervistarla, per raccontare in un libro la vera storia di quella donna che il suo stesso giornale aveva soprannominato, al tempo dei fatti, “Il proiettile di Dio”.

Un romanzo noir dalla trama coinvolgente. Lontano dal mio genere di letture ma talmente bello da tenermi sveglia fino a tardi per scoprire il finale! 
Un finale che non posso anticipare per non togliervi il gusto dell'epilogo finale ma che ritengo semplicemente geniale.
La storia si sviluppa attraverso la narrazione della stessa protagonista, Rebecca Ariete, che durante la sua intervista ci riporta indietro nel tempo tramite flash-back dettagliati per raccontare la sua vendetta.
Rebecca è un personaggio davvero affascinante. Una donna intelligente, con una profonda cultura musicale, una donna forte e spietata, capace di provvedere da sola alla propria vendetta dopo l'assassinio della figlia Gemma ma allo stesso tempo si rivela una donna dolce e sensibile nel rapporto con la figlia, ormai defunta, e protettiva verso chi tiene a lei, come Rosa.
Il secondo personaggio femminile del romanzo è Carol Violante, l'intervistatrice, il cui ruolo sarà fondamentale nell'epilogo finale e alle quale sono legati dei flash geniali durante il romanzo. Personaggio quasi secondario nella parte iniziale, prenderà forma sempre più consistente per poi rivelarsi la chiave del romanzo. 
La scrittura evocativa, scorrevole e coinvolgente di Mastinu vi porterà all'interno di questa storia dai risvolti tenebrosi facendovi allo stesso arrivare a toccare con mano il dolore di Rebecca. 
E' una storia di vendetta ma soprattutto del dolore di una madre che trova  sfogo nella punizione esemplare per la tragedia subita. Non si può parlare di follia omicida in questo contesto perché Rebecca è organizzata, risoluta e non ha più nulla da perdere. Incredibile la riuscita della caratterizzazione del personaggio anche considerando lo sforzo che ha dovuto fare l'autore-uomo ad immedesimarsi in Rebecca.
La parte finale credo sia una vera opera d'arte di un autore che nulla ha da invidiare ai celebri scrittori di questo genere letterario. Un finale inaspettato, completo e perfettamente architettato che vi lascerà a bocca aperta e vi farà unire le fila lasciate appositamente in sospeso durante il romanzo.
Ora non potete far altro che andare qui, scaricarlo e leggerlo!
http://damnatioromanzo.blogspot.it/

Voto: 10/10


lunedì 27 maggio 2013

DESTINO DI UN AMORE - L. Bertasi


Può l'amore decidere di condurci per strade impervie, dove la ciclicità degli errori commessi altro non alimenta che il desiderio dell'autenticità dell'amare?
Senza poi per nulla sminuire la dignità di tanti, come Francesca, la protagonista di questo viaggio, anche dopo salti e giri nel vuoto, recuperano ancor più efficacemente il senso profondo di ogni cosa.Un romanzo d'amore quasi un giallo per le sorprese e la suspense dietro l'angolo; come a suggellare un ponte sulle distanze dell'impossibile, dove i sogni e le attese più irrealizzabili possono, in qualche maniera, rendersi disponibili.
Il primo romanzo d'esorsio di Linda Bertasi è semplicemente splendido! 
Formidabile la capacità dell'autrice di raccontare una storia d'amore che dura 50 anni con tutte le sfumature che contraddistinguono l'amore in giovane età, quello più maturo e quello in età avanzata pieno di consapevolezza e, a volte, di rimorsi.
Un turbinio di emozioni scaturiranno dalla lettura di questo romanzo d'amore. Amore vissuto in tutte le sue espressioni: amore travolgente, combattuto, difeso, allontanato, apparentemente accantonato, rivissuto e scelto.
La protagonista femminile è Francesca, studentessa universitaria di Ferrara, che  durante un viaggio con le amiche a Parigi conosce Philippe, giovane rampollo di una celeberrima casa di moda francese, la Perrier. Dal loro incontro nascerà un amore immenso che però incontrerà fin dai primi tempi ostacoli che diventeranno ad un certo punto insormontabili.
Non voglio svelare molto di più della trama perché vi toglierei quell'eccitazione che ho provato io in attesa di scoprire il finale. Un finale che mi ha strappato anche qualche lacrima...lo ammetto!
Ma queste emozioni sono generate solo da grandi talenti come quello di Linda Bertasi, la cui scrittura fluente e ricca di descrizioni, mai noiose, ci porta dentro il mondo di Francesca e Philippe e poi di Alessandro. Vi sentirete parte della storia, proverete emozione per l'amore di Francesca e Philippe, delusione per le scelte di Francesca, odio per Monica Perrier e Crystal e poi sofferenza per alcuni eventi tragici.
Anche la posizione del lettore cambia durante la lettura. Ci si trova subito dalla parte di Francesca ma le sue scelte ad un certo punto non potranno più essere condivise per poi "ritrovarla" nel finale. 
I personaggi sono perfettamente caratterizzati da ogni punto di vista e poi trasformati magistralmente durante il loro percorso di vita.   
Ho trovato geniale il meccanismo delle sezioni storiche. La suspence che la scrittrice crea alla fine di ogni sezione è svelata in modo egregio ed avvincente in quella successiva, come solo le grandi scrittrici sanno fare, e non vi permetterà di staccarvi da quelle pagine...ve lo assicuro!!!! 

Ho avuto la possibilità di conoscere tramite i social network Linda Bertasi, molto attiva in questo contesto e molto disponibile con i suoi lettori.
Qui di seguito vi lascio il link di una sua intervista per scoprire qualcosa in più su di lei:

http://profumo-di-libri.blogspot.it/2013/05/speciale-intervista-linda-bertasi-e.html

Per quanto mi riguarda ho già ordinato il suo secondo libro "Il rifugio" e la sua ultima opera "Il profumo del sud", e voi? cosa aspettate?

Voto: 10/10

Un ultimo pensiero personale... da qualche tempo sto scoprendo alcuni scrittori emergenti come Linda Bertasi a cui auguro con tutto il cuore di avere il grande successo che si meritano per le capacità e il talento, che spesso scrittori molto pubblicizzati non hanno, e per l'infinito impegno che ognuno di loro mette nel farsi conoscere in ogni modo. Ragazzi tifo per voi!!!!!!


martedì 21 maggio 2013

IL DIAVOLO E LA ROSSUMATA - S. Casati Modignani

Questo è il primo romanzo che leggo della Modignani e di cui apprezzo particolarmente la scrittura scorrevole e molto piacevole.
È il 1943. Milano è sotto le bombe degli alleati, nei pressi di via Padova una bambina, un po' timida, ma incredibilmente curiosa, sta iniziando il suo apprendistato alla vita. Si chiama Sveva e ha 5 anni. È questo il contesto in cui prende avvio "Il Diavolo e la rossumata", un racconto autobiografico in cui l'autrice ripercorre gli anni dello guerra che si svolgono tra la casa di famiglia a Milano e una cascina, tra le risaie, a Trezzano sul Naviglio. Il cibo è il fil rouge che accompagna tutti i tredici episodi del libro, una storia in cui si mescolano ricordi ed emozioni, sapori e ricette, in cui ogni avvenimento e aneddoto è sempre legato a un piatto cucinato o a un pasto condiviso. Sono anni di fame, di mercato nero e di succedanei, ma per la piccola Sveva il cibo non manca, poiché le donne di famiglia dispiegano tutta la loro creatività per portare in tavola, ogni giorno, piatti nutrienti e appetibili. Le ricette dei piatti di "guerra" citate all'interno della storia, e raccolte alla fine del volume, sono arricchite da fitti commenti, oltremodo personali, che le rendono un divertente e affascinate proseguo del racconto. Le accurate descrizioni di persone, sapori e usanze ci restituiscono un mondo, non così lontano, di cui stiamo perdendo ogni memoria.
Una raccolta di ricordi dell'infanzia e di ricette miscelati perfettamente in un breve ma intenso e ironico romanzo. Nonostante l'ambientazione sia quella della Seconda Guerra Mondiale in una Milano messa a dura prova dai bombardamenti e dalla mancanza di beni di prima necessità, la scrittrice riesce a tirare fuori con spirito ironico gli aspetti più dolci della sua infanzia.
Nonostante la brevità del romanzo i personaggi sono perfettamente caratterizzati così come l'ambientazione sia della città che della campagna milanese. Da appassionata di cucina, ho veramente apprezzato le ricette a fine libro completate da alcuni commenti personali ironici dell'autrice.

Voto: 7/10